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Contenuto: Per una di quelle contraddizioni che segnano, a volte fatalmente, i percorsi più alti del pensiero, il non-luogo utopia ha bisogno della città per prendere corpo e manifestarsi: reclama quella parola antica che, più di ogni altra, invera il luogo, lo definisce e lo tesse, vi insuffla la vita e lo rende abitato. Spesso l'idea stessa di utopia non è che la descrizione di una città immaginata e, altrettanto spesso, rappresentata: e le parole usate sono le stesse dei nostri più consueti racconti urbani, a volte soltanto con qualche enfasi in più; mentre le tecniche del disegno assumono l'espressività cui ci hanno abituato le mappe preziose dei secoli trascorsi, soltanto ma non sempre con qualche maggior eccesso della fantasia. Fra i tanti possibili percorsi di riflessione che il pensiero utopico ci consegna segnatamente per il Settecento questa ricerca vuol privilegiare, per l'utopia descritta, alcuni tra quegli autori che sono stati anche finissimi letterati, impareggiabili scrittori e che quindi hanno immesso nella narrazione della loro visione fantastica e dell'attenta indagine della società contemporanea, l'arte della prosa, con tutte le armi del linguaggio, gli stili dell'eleganza, le geometrie e le prospettive della composizione colta. Mentre per l'utopia rappresentata si fa avanti, forse inaspettatamente, l'immagine della Firenze sognata dal Granduca Leopoldo: laddove non siano i luoghi e gli edifici a mutare il senso della loro presenza o dei loro rapporti armonici, quanto i rispettivi ruoli raggiunti in una città in cui gli alti valori esistenti possano ancora moltiplicarsi continuamente, quasi intrecciandosi fra loro, superando i confini ingannevoli dello spazio e del tempo.
Silvia Chiara Cusmano, architetto, è dottore di ricerca in Storia dell'Architettura e dell'Urbanistica presso l'Università di Firenze, dove ha conseguito, tra l'altro, una borsa post dottorato e alcuni assegni di ricerca. È autrice di numerose pubblicazioni, in particolare su alcuni protagonisti dell'architettura tardo barocca tra Siena, Firenze e Roma e sulle trasformazioni del territorio agricolo e della città tra Sette e Ottocento.
Giuseppina Carla Romby, docente di Storia dell'Architettura presso l'Università degli Studi di Firenze, ha al suo attivo ampi e numerosi studi indirizzati alle tematiche della storia dell'architettura e della città nel periodo compreso tra XIII e XVIII secolo, con particolare riferimento all'area fiorentina e toscana. Ha partecipato, con significativi contributi critici, a convegni e conferenze nazionali e internazionali.
Nilda Valentin (a cura di)
€ 30,00
Marisa Tabarrini
€ 35,00
Ruggero Lenci
Prefazione: Franco Purini
Introduzione: Alessandra Muntoni
Contributi di: Chiara Belingardi, Luna Kappler, Gianluigi Lerza, Claudia Mattogno, Elena Paudice
€ 45,00
Alessandro Piva (a cura di)
€ 26,00
Claudia Mattogno (a cura di)
Con saggi di: Antonio Cappuccitti, Paolo Colarossi, Ruggero Lenci, Elio Piroddi, Piero Ostilio Rossi
€ 30,00
Maria Cristina Forlani (a cura di)
Contributi di: Maria Cristina Forlani, Michele Lepore, Luciana Mastrolonardo, Donatella Radogna, Alberto Ulisse, Albero Viskovic
€ 28,00
Jacopo Benedetti (a cura di)
Con Saggi di: Davide Dimodugno, Angelo Santitoro, Jacopo Benedetti, Roberto Canu, Caterina Parrello, Giuseppe Giccone, Valerio Pennasso, Dario Vitali, Andrea Longhi, Wittfrida Mitterer, Marcello Brunini, Luigi Bartolomei
€ 28,00
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