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Contenuto: N° 73 della collana "Le storie della Storia" fondata da Giuseppe Selvaggi e diretta da Silvio Traversa
Provate a chiedervi che cosa sareste disposti a fare. Non per un obiettivo, che sarebbe troppo facile, ma per voi stessi. Non lo saprete fino a quando non avrete deciso di intraprendere il viaggio della vita. Quello che costringe a mettersi di fronte alla realtà e a scoprirne, con una fatica che è fisica e dolorosissima, la faccia che nessuno può immaginare fino a quando non la incontra. questo è il libro di Massimo Pedroni. Una storia che si intreccia in un gioco e si divincola in tre giorni di festa. La festa non è gaia, ma non immaginate quanto è affascinante. Perché, oltre alla trama, questa scacchiera inventata dall'autore si diverte a curiosare nella spietatezza dell'ironia aristocratica talmente raffinata da essere impercettibile per chi non abbia gusto teatrale nella vita. Ma, attenzione, non teatrale nel senso di apparenza, teatrale nel senso scenico. In quella dimensione artefatta della recita che è la vita se la si intende vivere fino in fondo. Entrando nel personaggio di se stessi, riuscendosi a guardare con pietà e malizia, in uno sfondo che cambia ma si può capovolgere da un momento all'altro, purché lo si voglia. Alla delicata ironia costruita nel cuore dei personaggi principali se ne aggiunge una assai più interessante, quella linguistica e metrica che sa giocare con le parole al punto di diventare preziosissimo quadro. Già, il quadro. Quante storie si possono raccontare guardando un quadro, cercando un quadro, amandolo al punto di non riuscire a viverne senza. Le parole rincuorano e sferzano, Pedroni rincorre gli uomini che ha piazzato sulla scena e li fa divertire amaramente. Sprezzante del desiderio di pace, barattato con quello di gloria e di soddisfazione. In un garbato trattato che in molti passi richiede concentrazione assoluta. La parola non è mai casuale, la scena è sempre teatrale. Non si tratta di vivere o di morire ma di avere la curiosità di dove andrà a finire l'ultimo nostro sfacciato sogno.
Massimo Pedroni, nato a Roma nel 1957, città ove risiede, e nella quale ha compiuto i suoi studi laureandosi in Giurisprudenza. Verso la fine degli anni 70, ha frequentato lo Studio di Arti Sceniche diretto da Alessandro Fersen, conseguendo il diploma di attore. Ha svolto fino agli inizi degli anni 90 l'attività di attore di prosa. È diventato in seguito giornalista-pubblicista, collaborando su temi prevalentemente teatrali con Radio Vaticano. Verso la metà degli anni 90 inizia l'attività di autore radiotelevisivo di programmi culturali, in tale veste collabora assiduamente con Rai-International. Dalla fine degli anni 90 ricopre incarichi di consigliere di amministrazione in importanti Enti del Teatro italiano. Nel 1996 pubblica il romanzo "Ferdinand" (ed. Serarcangeli) per il quale gli viene assegnata la Targa d'oro al Premio Nazionale Nunzio Stefanelli per la migliore opera prima presentata. Nel 1997 gli viene assegnato il Premio per la Cultura dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
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