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La Massoneria nelle Due Sicilie e i "fratelli" meridionali del '700 Vol. I 978-88-492-1029-3
La massoneria nelle due Sicilie e i "fratelli" meridionali del '700 Vol. II (città di Napoli) 978-88-492-1379-9
Malgrado uno splendido sole estivo, Napoli si destò, il 27 luglio 1789, sotto una "cappa di piombo". Le prime sconvolgenti notizie sui moti parigini erano, infatti, pervenute all'attonita corte borbonica che, investita all'improvviso da un lontano evento, era ben consapevole delle inevitabili ripercussioni sul futuro assetto europeo. La possibilità di un imminente coinvolgimento del Regno delle Due Sicilie nel "disegno" rivoluzionario suscitò un vero e proprio senso di panico nel governo. Estirpare alla radice l'innesto delle nuove ideologie eversive, onde evitare il loro attecchimento all'interno della Nazione, divenne il principale obiettivo dell'autorità inquirente. Il nemico da abbattere venne, ben presto, individuato nella massoneria, i cui membri erano, da sempre, aperti alle nuove istanze riformatrici del '700. Il real editto del 3 novembre 1789 contro i liberi muratori fu la naturale conclusione di una campagna denigratoria orchestrata da una magistratura e da una polizia asservite al potere centrale, sobillate, tra l'altro, da un clero assetato di rivincita, dopo anni di politica anticuriale. Malgrado il generale risentimento per un provvedimento ingiusto, le logge regolari, in gran parte fedeli alla corona (i Nazionali di Diego Naselli dei principi di Aragona e i Provinciali di Cesare Pignatelli, duca di Rocca Mandolfa e di San Demetrio), furono immediatamente "demolite" dai rispettivi Gran Maestri. Anche le altre logge, le cosiddette spurie (Jerocades, principe di Sansevero, principe di Strongoli, Testaferrata), rispettarono le sovrane disposizioni. L'ordinanza di Ferdinando IV innestò, però, due gravi ed irreversibili processi. Il primo fu quello di respingere una parte dei "fratelli", già leali servitori dell'ordinamento monarchico, verso posizioni d'intransigente autodifesa, spesso collimanti con lo spirito rivoluzionario e repubblicano d'oltralpe, e il secondo di generare un'incontrollabile dispersione dei singoli massoni verso forme di organizzazione più o meno clandestina (dalle accademie ai salotti culturali, dai cenacoli alle conversazioni). Solo dopo l'arrivo (16 dicembre 1792), nella rada di Napoli, della flotta francese, guidata dal "fratello" Latouche-Tréville, si concretizzò, dapprima nella capitale e poi in provincia, un'effettiva opposizione al regime borbonico. Alcuni giovani massoni sostituirono, sulle ceneri dell'antica istituzione latomica, la loggia con un modello associativo che, importato dalla Francia, era destinato essenzialmente alla lotta politica. Privo di formalità ritualistica e franco da dottrine di carattere iniziatico e spirituale, il club rappresentò un valido strumento cospirativo, i cui membri furono protagonisti dei futuri eventi della storia meridionale, dalla cosiddetta "congiura giacobina" del '94 alla Repubblica Napoletana del '99. Ineluttabile sarà l'epilogo di tale metamorfosi (o "profanazione", secondo i princípi massonici): un "bagno di sangue", ovvero un icastico "atto di purificazione".
Ruggiero di Castiglione è nato a Napoli nel 1940. Pubblicista, ha insegnato alla L.U.I.S.S. e all'Università di Studi di Cassino (Frosinone). È Autore de "I segreti della magia", in collaborazione con Alberto Cesare Ambesi (1972), "A tela ordita Dio mandò il filo" (1975), "Corpus Massonicum" (1a ediz.: 1984; 2a ediz.: 1989; 3a ediz.: 2007), "Alle sorgenti della Massoneria" (1988); "Il maestro di Cagliostro: Luigi d'Aquino" (1989); "Domenico Cirillo e la Massoneria di fine '700 a Napoli" (1990); "Una villa massonica nella Napoli del '700" (1996); "La Pietatella: appunti per un percorso iniziatico-alchemico nella cappella Sansevero di Napoli" (1999); e i primi due volumi de "La Massoneria nelle Due Sicilie e i "fratelli" meridionali del '700" (1a ediz. 2006; 2a ediz.: 2008). Già direttore responsabile del periodico di cultura e arte varia "L'incontro delle genti", ha collaborato con molte riviste specializzate come "Arcana" ed "Hiram". Ha partecipato a numerosi convegni internazionali. Alcuni suoi contributi sulla Repubblica Napoletana del '99 sono stati letti a Nizza e a Parigi presso importanti centri letterari. È presidente dell'Associazione Culturale "VIRBIO" e della Biennale per i Giovani Artisti Campani (giunta alla 4a edizione), nonché vice-presidente nazionale della L.I.D.U. (Lega Italiana dei Diritti dell'Uomo).
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