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Fuori Commercio
Contenuto: Prima che le macchine meccanizzassero le fasi più importanti della lavorazione del tabacco, tutta la filiera era affidata alla manodopera e si trattava per lo più se non addirittura esclusivamente di mani femminili. Il lavoro manuale delle donne sul tabacco, iniziava con la colatura delle foglie, proseguiva con il prosciugamento e l'imbottamento e terminava con la confezione dei sigari: si calcola, circa 1000 sigari al giorno.
Questo lo sapevo come lo sappiamo tutti anche prima di visitare la mostra Tra sogni e realtà. I Monopoli di Stato ieri ed oggi allestita nelle sale espositive del Complesso del Vittoriano a Roma, nell'autunno 2004 ma quello che mi ha colpito vedendo alcune immagini d'epoca, è il ruolo fondamentale, quasi assoluto, esercitato dalle donne in questo settore produttivo. E nelle fotografie in bianco e nero, sfilano i volti e le mani di donne intente alla coltivazione,al raccolto, alla cernita, alla lavorazione del tabacco e, successivamente, alle macchine nelle neonate Manifatture Tabacchi, che oltre ad i Refettori per le lavoratrici prevedevano stanze dormitorio ed altri servizi per i loro bambini (baliatico).
Di fronte a quelle immagini mi sono chiesta quanta fatica ci fosse dietro e quali modelli di organizzazione del lavoro e di conciliazione diremmo oggi dentro quelle vite di donne. Storie sconosciute nelle individualità di ciascuna ed anche poco note e poco indagate come moltitudine e coralità femminile. Come troppo spesso accade, e non solo a quelle latitudini storiche. È evidente che, tra la fine dell'Ottocento ed il primo decennio del Novecento, la produzione industriale capitalistica aveva modificato la vita familiare e sociale avviando una minoranza femminile, in particolare del ceto medio e basso, all'occupazione ed al lavoro salariato; le condizioni di lavoro delle donne erano durissime e misere le retribuzioni, quasi totale l'assenza di norme di protezione sociale del lavoro femminile.
Le donne italiane lavoravano negli opifici tessili, nell'industria meccanica e nel commercio e nella coltivazione e produzione del tabacco; in particolare, le donne della piccola borghesia lavoravano come impiegate nelle amministrazioni pubbliche e negli uffici.
Le lavoratrici impiegate nel ciclo lavorativo del tabacco, dalla fine dell'Ottocento al Novecento, rappresentano quindi come poche altre categorie, alcune tipicità della forza lavoro femminile; in primo luogo, attestano quella particolare coesistenza di piccolo laboratorio e grande fabbrica che ha caratterizzato il decollo industriale italiano a partire dalla seconda metà dell'Ottocento con l'utilizzazione delle cosiddette mezze forze, quali donne e bambini; in secondo luogo, si tratta di una femminilizzazione elevata del ciclo di lavorazione del tabacco dalla coltivazione alla sua trasformazione in uno dei settori più rilevanti dell'industria agro-industriale; in terzo luogo, mette a confronto due modelli di produzione, quello contadino e quello operaio in cui alcune differenze sono nette come ad esempio la retribuzione che per le donne nel caso del lavoro agricolo è distribuita su tutti i componenti del nucleo familiare, nell'ottica dell'economia di sussistenza collettiva e giuridicamente attribuita al capo famiglia, mentre è individuale e nominale nel caso del lavoro di fabbrica.
Anche la concezione sociale della maternità, si modifica con le trasformazioni culturali e di costume: e se per la famiglia contadina i figli sono braccia da lavoro, e all'interno di una famiglia patriarcale la cura dei minori è assicurata; per la famiglia operaia, i figli sono una bocca da sfamare e da custodire. Il problema del baliatico e della cura dei minori sono quindi centrali e vengono risolti solo da quelle manifatture tabacchi che disponevano del baliatico.
Tendenzialmente, la scelta femminile diventa progressivamente sempre più netta: lasciare le campagne per una vita urbana, o sposare un operaio piuttosto che un contadino, o procurare per le figlie una vita che non somigliasse meccanicamente alla loro.
Ciò che non muta nel tempo è il carico del doppio lavoro, fuori e dentro le mura domestiche e che non riguardava solo la cura dei figli, ma tutto il quotidiano con la sua programmazione, organizzazione pratica e gestione affettiva.
Il percorso storico-giuridico conferma alcuni dati: dallo sfruttamento indiscriminato della forza lavoro femminile e minorile, si passa alla denuncia e alle leggi di tutela (1902); mentre da parte femminile si è compiuta la fase di interiorizzazione consapevole del valore sociale della maternità: dalla scelta obbligata del lavoro come fonte di sussistenza e di salario integrativo a quello del capo famiglia si passa ad una percezione di indipendenza economica e di costruzione di un sé lavorativo che, se non è ancora compiuta emancipazione, è sperimentazione delle proprie capacità come dimostrano le sigaraie e desiderio di socialità anche al di fuori delle mura domestiche e che, talvolta, muta in consapevolezza politica. La tutela sancisce il passaggio da uno stato di minorità ad uno più ufficiale di lavoratrice, riconoscendone ufficialmente il valore. Neanche questo passaggio fondamentale significò per il mondo femminile in generale l'acquisizione definitiva e completa del diritto di cittadinanza sociale e politica, basti pensare soltanto al perdurare dell'esclusione delle donne dal voto. Il resto è storia.
Da parte nostra, il desiderio di contribuire alla conoscenza di un segmento del mondo del lavoro femminile, uno dei fili della trama immensa della storia delle donne e dell'ordito della questione femminile.
Dalla presentazione di Isabella Rauti
Consigliera nazionale di parità
Isabella Mastropasqua, Ninfa Buccellato (a cura di)
Prefazione di: Grazia Mannozzi
Con il contributo di: Raffaele Bracalenti, Marco Burgalassi, Agata Ciavola
€ 15,00
Annamaria Barbato Ricci
Con un’introduzione di:Vittorio Sgarbi
€ 60,00
Isabella Mastropasqua, Ninfa Buccellato (a cura di)
Prefazione di: Grazia Mannozzi
Con il contributo di: Raffaele Bracalenti, Marco Burgalassi, Agata Ciavola
€ 15,00
Isabella Mastropasqua, Ninfa Buccellato (a cura di)
Con Saggi di: Agata Maria Ciavola, Lucia Castellano, Giuseppe Cacciapuoti, Sonia Specchia, Grazia Mannozzi, Adolfo Ceretti, Gherardo Colombo, Chiara Scivoletto, Francesca Maci, Susanna Vezzadini, Francesca Garbarino, Paolo Giulini, Raffaele Bracalenti, Marco Burgalassi, Carmela Corleto, Lucia Mazzuca, Maria Paola Chirone, Caterina Perra, Domenico Lobascio, Ippolita Rana, Angelo Monaco, Maria Casiello, Daniela Cuzzocrea, Alessandra Mercantini, Gianni Pinna, Liborio Venti, Ilaria Marchetti, Massimo Lussignoli, Alessandra Cattaruzzi, Michele Tomasoni
€ 30,00
Isabella Toffoletti (a cura di)
€ 25,00
Claudio Cipollini
Con Prefazione di: Innocenzo Cipolletta
€ 22,00
Sveva Avveduto (a cura di)
Con saggi di: Maria Cristina Antonucci, Sveva Avveduto, Marco Cellini, Gabriella D’Ambrosio, Ilaria Di Tullio, Daniela Luzi, Nicolò Marchesini, Fabrizio Pecoraro, Lucio Pisacane, Roberta Ruggieri, Serena Tagliacozzo
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