Hai 0 Prodotto(i) nel tuo Carrello.
Nessun prodotto presente nel carrello
Nessun prodotto presente nel carrello
Contenuto: N° 61 della collana "Le storie della Storia" fondata da Giuseppe Selvaggi e diretta da Silvio Traversa
È la "storia di un bambino", il piccolo Ennio (Flaiano), e degli inganni subiti durante l'infanzia, negli anni 1921-22, ripensati da adulto, molti anni dopo, il cui presente, comunque già passato, gli sollecita un ironico bilancio del suo futuro, che, come un pendolo, forse potrebbe essere il nostro presente se la coscienza della storia non ci aiutasse a smascherarlo a noi stessi.
Bruno Rasia narra Ennio Flaiano, il "suo" Flaiano: con modi diretti e scorciatoie fulminee, sí che memoria e romanzo, parola e fatto documentabili possono essere anche invenzione. Invenzione come verità: in questa solo apparente contraddizione nasce, con autonomia assoluta, lo scrittore Rasia come se stesso. Persino Flaiano rischia di diventare estraneo, ma non è cosí. Nello specchio di questo libro basta un movimento ed appare il volto di Flaiano, altro movimento ed appare la faccia col sorriso di Rasia. Altro movimento e i due volti si fondono in un Altro. Potrebbe questo Altro essere, a parte il duo di origine Flaiano + Rasia, anche il Lettore, terzo intervenuto in questa storia di intelligenza e di umanità.
Per tentare una definizione di Bruno Rasia - anche per sottolineare la sua presenza auspicata e intellettualmente felice in questa collana, appunto tra romanzo e storia - viene spontaneo un riferimento. Questo genere letterario è, anticamente, di sempre. Ricordate i Dialoghi di Platone? Chi è il Socrate (nel nostro caso il Flaiano) di quel libro tra i libri sommi? Socrate è Platone. Più vero: anche Platone. Nel senso che il filosofo scrivente ha fatto anche autoritratto di se stesso attraverso il Maestro narrante. Ma, qual'è la verita? I dialoghi sono Platone e anche Socrate. Cosí - ed è umilmente chiaro che il riferimento non è un paragone - in questo libro Flaiano è anche Rasia: che ha doni propri per i lettori.
Un dono, lasciando intatta la lettura di questo libro, lo troviamo in un precedente libricino rasiano, "Con Flaiano al caffè". 1976: ventisei anni addietro che valgono secoli per la nostra società. Rasia notava che i giovani nelle ragazze puntavano gli occhi sui loro "ventri", termine al limite mariano, Mater Dei. In quei ventri i futuri padri guardavano (da sguardo e guardia) "la macchina umana" produttrice del futuro. Rasia con luminosità sociale ha previsto gli ombelichi femminili al sole, nudi o con perlina, di oggi, verso altre conquiste del Corpo come libertà. Questo è un manifesto delle Madri-Futuro. Un allarme-invito, "staffetta delle nostre speranze". Nel libro che leggerete ci sono altri doni, che fanno di Rasia lo scrittore che è, tra preveggente pensiero e poesia. E ironia, che è il sale flaianesco o anche con sapore proprio, il sale rasiano.
Il lettore, divertendosi e meditando, troverà la sua risposta.
Giuseppe Selvaggi
Bruno Rasia è regista, sceneggiatore, scenografo, architetto. Ama da giovanissimo il cinema. Nel 1948 disegna il primo manifesto del nascente Circolo del Cinema della sua nativa Verona. La Terra xilografata è un faccione umano che proietta, con una invitante strizzatina d'occhio, una scena di ballerine. In quest'opera vi è tutto il futuro rasiano. Cinque anni dopo lo vediamo a Roma primo aiuto regista del film "La passeggiata" (1953), interpretato da Renato Rascel al suo unico debutto di regia. Ma la sua entrata "professionale" nell'industria cinematografica agli inizi degli anni '50, preceduta e affiancata dal documentarismo più volte premiato, proseguita con l'aiuto regia a Pino Mercanti nel "Cavaliere dai cento volti" e con le produzioni della Romana film per la quale inventa e realizza un 'format' di successo a Peschiera del Garda. A partire dal 1958 firma soggetti e sceneggiature di film avventurosi come "Scimitarra del saraceno" di Pierotti, "I pirati della costa" di Paolella, "I moschettieri del mare" di Vanzina, e altri, per i quali progetta anche come scenografo navale una flotta di cinque galeoni. Nel 1967 scrive con altri il copione di "La notte pazza del conigliaccio", di Alfredo Angeli, presentato al Festival di Berlino, e nel 1978, dopo un'intensa esperienza di telegiornalismo d'inchiesta socio-politica ('64-'71), avvia per Raiuno, quale produttore sceneggiatore e regista, una serie di film da autori Premio Nobel, quali M. Camus, F. Muriac, M. Duras, J. P. Sartre: rispettivamente, "Il manifesto" (con Alida Valli), "Asmodeo" (con Rita Savagnone), "La musica" (con Micaela Esdra e M. De Rossi), e "Le mani sporche" con Marcello Mastroianni del quale film collabora anche alla regia di Elio Petri. Per il cinema, ha diretto a tutt'oggi un film, visto in TV ma non nelle sale: "Un uomo di razza" (1987), con Philippe Leroy, Mino Bellei e Elio Pandolfi. Una storia ambientata tra l'Africa e Verona, città natale che Rasia mai dimenticherà. Dalle cronache cinematografiche risulta che questo film girato in Somalia nel pieno dramma della fame, premiato tre volte anche all'estero dov'è stato visto, ma non distribuito nelle sale italiane.
La complessa biografia di questo scrittore, da cui emerge una vocazione inventiva di polivalenza intellettuale definibile goethiana, va completata informando il lettore che Rasia è anche pittore di forte presenza nel nostro mondo artistico. Come tale ha scelto studio in via Margutta.
Per informazioni commerciali, vendita on-line, proposte editoriali, colloquio con i nostri autori, interviste, ufficio stampa.
Privacy decreto legislativo 196/03 art.13 Ai sensi e per gli effetti di quanto previsto dall'art. 13 D.lgs 196/2003 (Codice in materia di protezione dei dati personali) La informiamo di quanto segue:
Titolare del trattamento dei dati inseriti in questo sito è gangemi.com, nella persona di volta in volta delegata ed investita della responsabilità del trattamento.
Cookies (web e siti mobili)
I punti di accesso web e siti mobili non prevedono mai l'utilizzo di cookies per la trasmissione di
informazioni di carattere personale, né vengono utilizzati c.d. cookies persistenti di alcun tipo,
ovvero sistemi per il tracciamento degli utenti.
Vengono adoperati esclusivamente i c.d. cookies di sessione che non vengono memorizzati in modo
permanente sul terminale dell'utente, ma svaniscono con la chiusura del browser di navigazione.
Il loro utilizzo è strettamente limitato alla trasmissione di identificativi di sessione (costituiti da numeri casuali generati dai server che permettono di riconoscere l'utente automaticamente) necessari per consentire una navigazione sicura ed efficiente delle pagine.
Il cookie di sessione può permanere sul terminale dell'utente per un massimo di 15 giorni nel caso in cui lo stesso abiliti volontariamente la funzione c.d. remember me. I cookies di sessione utilizzati evitano il ricorso ad altre tecniche informatiche potenzialmente pregiudizievoli per la riservatezza della navigazione degli utenti e non consentono l'acquisizione di dati personali identificativi dell'utente.
Ad ogni modo l'utente può configurare il proprio browser web definendo un appropriato livello di restrizione/protezione sui cookies, eliminandoli manualmente, disabilitandoli e/o bloccandoli permanentemente o infine limitando la ricezione degli stessi in funzione del dominio di provenienza.
In conformità con l'art.10 Legge 675/96, la Gangemi Editore Spa, dichiara che:
Grazie della preferenza accordata alle ns. edizioni.
Con la presente registrazione garantisco la veridicità dei dati che verranno forniti e presto il mio consenso all'intero trattamento dei dati che saranno raccolti e accetto le condizioni di cui sopra.
Area riservata ai clienti della tipografia interna Gangemi Editore per gestione ordini / avanzamento produzione online
Area riservata ai clienti del centro allestimento libri interno Gangemi Editore per gestione ordini / avanzamento produzione online